Reggio Calabria-Bova: alcune conclusione del convegno su “Figli immigrati: i nuovi cittadini”

Promosso dalla Migrantes diocesana e svoltosi ieri a Reggio Calabria

Reggio Calabria – “Il primo pensiero va alla comunità cristiana perché non deleghi ad alcuni volontari e specialisti l’attenzione ai minori, ma si senta direttamente stimolata a venire incontro a questi ‘piccoli del Regno’, verso i quali il Vangelo testimonia la predilezione del Maestro. Essa allo stesso tempo deve assolvere al suo dovere di sollecitare e incoraggiare le pubbliche istituzioni e le varie agenzie educative, e soprattutto le famiglie interessate, a fare la loro parte a fianco di questi minori nel loro difficoltoso cammino”. E’ questa una delle proposte conclusive del convegno “Figli immigrati: i nuovi cittadini”, promosso dalla Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova che si è svolto ieri pomeriggio a Reggio Calabria. Nelle proposte si insiste sull’opera di “sensibilizzazione e di pressione perché, almeno in favore dei minori, venga cambiata l’attuale legge sulla cittadinanza”. Tuttavia “prima della cittadinanza intesa sotto l’aspetto giuridico-legale, che spetta al potere politico, va promossa da tutte le realtà sociali, e in primo luogo dal mondo ecclesiale e scolastico, la cittadinanza effettiva, cioè quella autentica integrazione grazie alla quale il minore si sente tra di noi a pieno suo agio, non più straniero bensì, sotto tutti gli aspetti, alla pari degli italiani, cittadino fra i cittadini”. La Migrantes della diocesi calabrese sottolinea che “vanno segnalate e diffuse con larghezza le buone prassi: alla facile obiezione che è troppo facile in questo campo ragionare a tavolino, fare belle teorie che non hanno aggancio con la vita quotidiana, va data la risposta anche con la persuasiva testimonianza dei fatti concreti. La conoscenza e tanto più il contatto con queste positive esperienze stimolano la fantasia e la voglia di esserne promotori e artefici, con la fondata fiducia di non lavorare invano”.

 
Per l’Ufficio Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova “merita incoraggiamento l’associazionismo etnico e interetnico”. Inoltre la scuola “dev’essere laboratorio e palestra di integrazione per la stretta e prolungata convivenza di alunni italiani e di altra origine”: “non va trascurato il fatto che molti minori non cattolici e non cristiani, col consenso dei loro genitori, si avvalgono nella scuola pubblica dell’insegnamento della religione cattolica. Da parte degli interessati, genitori compresi, questa disciplina viene vista come strumento utile, anzi privilegiato per il processo integrativo e l’assimilazione della cultura e degli alti valori morali e religiosi di cui è pregna la cultura e la storia italiana”.