Migrantes: concluso l’incontro dei delegati MCI e dei direttori diocesani

Una tre giorni a Roma con molti temi al centro della riflessione

Roma – Si è conclusa oggi una tre giorni di studio, confronto, programmazione dei Delegati e consiglieri nazionali delle missioni/comunità italiane all’estero e dei Direttori regionali della Migrantes.
La presenza numerosa, l’incontro fra esperienze europee e regionali, la centralità del temi per il lavoro insieme sulle migrazioni, hanno fatto di queste giornate un momento importante di confronto, riflessione e progettazione.
Al centro delle giornate sono stati due temi. Nelle prime giornate si è cercato di comprendere il “valore aggiunto” delle migrazioni italiane nel mondo e di molte persone di altre parti del mondo in Italia in riferimento alla costruzione di una Chiesa e al suo compito fondamentale – come ha ribadito con chiarezza Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, quale è l’evangelizzazione. La novità dell’evangelizzazione – spiega mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes – nasce da nuovi contesti, nuovi incontri, nuove preoccupazioni e fatiche con cui s’incontra e si confronta l’esperienza di fede. In questo contesto nuovo occorre – per riprendere la citazione di un libro del teologo Von Balthasar – “abbattere i bastioni”, cioè appianare le distanze, i pregiudizi, le incomprensioni che impediscono di costruire insieme un cammino di fede.
Le comunità, le missioni Cattoliche Italiane all’estero possono diventare – spiega – luoghi importanti dove cresce una qualità della fede, carica di esperienze e tradizioni, che cresce dentro una Chiesa, è stato ribadito durante l’incontro.
Nell’ultima giornata di studio, svoltasi questa mattina, si è cercato di capire, alla luce degli Orientamenti pastorali della Cei e delle indicazioni della CEMI – la Commissione Episcopale per le Migrazioni –  l’importanza di passare “da una lettura della mobilità, e in particolare delle migrazioni solo con l’ottica dell’accoglienza (“Ero forestiero e mi avete ospitato”) per costruire invece – spiega mons. Perego – percorsi, proposte per un rapporto stretto, partecipativo della Chiesa locale con gli immigrati”. In questo senso, deve crescere il ruolo e l’azione delle Migrantes a livello nazionale, regionale e diocesana  – di cui si sono visti due modelli organizzativi (Sicilia e Triveneto) – per “costruire una pastorale d’insieme che sappia educare a rileggere i luoghi della vita alla luce della mobilità, curando in ogni diocesi figure che sappiano essere capaci di portare il primo annuncio ai migranti e di accompagnare chi vive sulla strada, nei porti, nelle piazze, in una parola nella mobilità”.  
Si è infine sottolineata l’importanza di valorizzare sul piano culturale ed ecclesiale la Giornata mondiale delle migrazioni, che da sempre è anche il luogo per sostenere con la solidarietà di tutte le parrocchie italiane progetti e iniziative di evangelizzazione e promozione umana nel mondo delle migrazioni.  
La tre giorni si è conclusa anche con il ricordo del dramma che le popolazioni del Nord Africa stanno vivendo oggi, raccogliendo anche il giudizio del Delegato regionale della Sicilia, Santino Tornesi, che ha ricordato l’appello a “un supplemento di ospitalità” nelle nostre comunità, ma anche a un “supplemento di verità” nell’informazione, come ha affermato il comunicato dell’ Ufficio regionale Migrantes della CESI (Conferenza Episcopale siciliana), diffuso lunedì scorso.