Emigrazione italiana ed evangelizzazione dell’Europa

Mons. Schettino ha aperto l’incontro dei Coordinatori e Delegati nazionali delle MCI e dei Direttori regionali Migrantes

Roma – “Oggi, nella maggiore libertà sociale, nella facilitazione dei rapporti umani e nelle comunicazioni, urge rifondare la fede dei credenti in una nuova evangelizzazione”. E’ quanto ha affermato questa mattina mons. Bruno Schettino, Presidente della Commissione CEI per le migrazioni e della Fondazione Migrantes aprendo l’incontro dei Delegati e Coordinatori nazionali delle Missioni Cattoliche in Europa e dei Direttori regionali Migrantes.

 
“Non si tratta – ha spiegato – di comunicare nuove verità di fede, ma di rendere attuali le verità di fede di sempre. Ciò deriva dalla colluvie di messaggi che disorientano la stabilità della fede, dalla precarietà delle proposte in un soggetto umano di coscienza labile”. Parlando sul tema “Emigrazione Italiana ed Evangelizzazione dell’Europa” mons. Schettino ha sottolineato che la prima emigrazione era “più motivata nella fede tradizionale, le nuove generazioni risentono della frammentazione sociale, della fragilità di coscienza. Occorre sempre evangelizzare”.
Nel suo intervento il Presidente della Fondazione Migrantes ha ricordato che la realtà migratoria italiana ha una data antica: “per motivi di lavoro, di ricongiungimento familiare molti italiani, dal Nord e dal Sud, sono emigrati in varie nazionali europee portando il carico di sofferenze umane, di distacco dalla Madre Patria, tagliando per diverso tempo i rapporti con i parenti e gli amici, impoverendo il tessuto umano, culturale e religioso delle comunità di appartenenza, per entrare in un altro contesto sociale”.
“Hanno portato – ha aggiunto mons. Schettino – il contributo del loro lavoro, ma principalmente dei contenuti di umanità e di fede nei nuovi contesti sociali. Molto spesso hanno lottato per la loro sopravvivenza in ambienti non sempre adeguatamente accoglienti”. Gli emigrati italiani hanno portato nei paesi di arrivo anche la loro fede: è stato un collante sociale, per unire le famiglie, per ricordare gli antenati alle nuove generazioni”.