Andrea Olivero al convegno Migrantes di Reggio Calabria

Al convegno “Figli immigrati: i nuovi cittadini”

Reggio Calabria – “L’immigrazione in Italia è ormai un fenomeno strutturale del Paese e che deve uscire dalla fase emergenziale. Un ruolo particolare è richiesto proprio alle nostre comunità ecclesiali, che talora non sono pronte a riconoscere le potenzialità del fenomeno migratorio. La paura dello straniero, il rifiuto ed i pregiudizi non possono trovare casa nella comunità ecclesiale che, anche attraverso i suoi Pastori, è chiamata certamente ad un ‘di più’ di accoglienza, di rispetto e di condivisione”. Lo ha detto oggi pomeriggio Andrea Olivero, presidente delle Acli, intervenendo al convegno “Figli immigrati: i nuovi cittadini”, promosso dalla Migrantes della diocesi di Reggio Calabria – Bova.
Per Olivero “aprire le porte della politica e dell’economia al principio di fraternità significa promuovere finalmente la civilizzazione della politica e dell’economia”: applicare gli orientamenti di una politica civile e di una economia civile al “delicato problema delle migrazioni, e fare tutto questo da cristiani, significa accettare la sfida dell’integrazione in una prospettiva di speranza e non di chiusura o di scontro di civiltà. Ecco perché diventa legittimo attendersi che tutta la Chiesa, non solo alcuni pionieri coraggiosi (ma isolati), siano in prima fila per riuscire a promuovere una politica dell’integrazione e del riconoscimento in questa non facile battaglia”.
“In una società del pluralismo etnico e della mobilità umana – ha spiegato Olivero – é evidente che né il sangue di un popolo né il territorio di uno Stato possono costituire il pilastro fondativo di una cittadinanza glocale e interculturale. Non vi è dubbio che il principio di cittadinanza si intreccia con quello di democrazia e dunque con il diritto/dovere di partecipazione dei cittadini al governo della polis”.
“A me sembra – ha poi aggiunto – che i temi della nuova cittadinanza e dell’integrazione interculturale rappresentino un binomio che sta assumendo un rilievo dirimente a livello politico, poiché riguarda il progetto dell’Italia di domani”.
Il presidente delle Acli ha dunquesttolienato che i fatti di Rosarno e di Via Padova a Milano dello scvorso anno “è che in Italia dilaga l’illegalità e si diffondono ghetti e periferie che possono trasformarsi in autentiche polveriere. Non si costruisce un modello di integrazione finche ci si limiterà alla mera gestione dell’emergenza”. La via italiana all’integrazione – ha spiegato – passa attraverso “una politica del riconoscimento e una visione positiva degli immigrati come risorsa per il Paese, se è vero che con il loro lavoro contribuiscono a versare i soldi all’INPS per pagare le nostre pensioni. Basta allora con l’equazione tra immigrazione e criminalità perché la stragrande maggioranza degli stranieri sono lavoratori onesti, affidabili e indispensabili per il sistema produttivo e sociale. Noi vogliamo raccontare all’Italia un’altra storia dell’immigrazione. Gli immigrati non sono una disgrazia, né solamente una necessità per le nostre aziende, i nostri campi, le nostre case. Essi sono una vera benedizione per il nostro Paese”.
Olivero ha quindi chiesto di cambiare la legge sulla cittadinanza “ diventa allora la nuova frontiera dei diritti nel nostro Paese”.  Daranno un qualificato contributo al convegno  Enzo Zolea, Direttore didattico della Scuola Primaria “Principe del Piemonte” di Reggio Calabria e la Preside del Liceo Scientifico “Raffaele Piria” di Rosarno, Maria Rosara Russo portando la loro esperienza con alunni stranieri. Al termine alcune proposte per la comunità ecclesiale e civile.