Mons. Peri: dare “un futuro migliore”

Dopo lo sbarco di migliaia di immigrati in Sicilia

Caltagirone – “In quanto cristiani non possiamo non accogliere chi si pone sul nostro cammino. Il problema non è solo offrire una casa e mostrare la nostra accoglienza, ma dobbiamo andare oltre” perché “questi uomini e queste donne” sono “un po’ come il popolo d’Israele in cerca di terra e di luoghi che li accolgano e siano in grado di essere sorgente di vitalità”.

 
Lo ha detto mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone, alla notizia del sopralluogo del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Residence degli Aranci di Mineo, in provincia di Catania, che potrebbe ospitare gli immigrati sbarcati a migliaia nei giorni scorsi in Sicilia. Mobilitatosi attraverso la Caritas diocesana, la quale ha già preso contatti con le parrocchie della comunità menenina e si è resa disponibile ad intervenire nei modi e nei tempi che la stessa situazione richiede per fronteggiare questa situazione di emergenza, mons. Peri ha affermato: “Dobbiamo adoperarci per fronteggiare qualunque situazione futura. Dobbiamo riuscire a dare” a questi immigrati “la possibilità di un futuro migliore evitando che le persone coinvolte diventino il mezzo invece che il fine”.
“Ecco perché – ha proseguito il Vescovo di Caltagirone – dobbiamo ragionare non in termini di sola emergenza ma pensare ad azioni concrete di integrazione e collaborazione. Da parte nostra saremo attenti a ogni necessità offrendo come Chiesa il nostro impegno”. Di qui l’invito agli enti pubblici “a non parcheggiare queste persone e a non lasciar cadere nel dimenticatoio la vita di ciascuno di loro”. Mons. Peri ha infine assicurato: “Ci si riserva di studiare meglio il problema per evitare che si tratti di una semplice azione di aiuto dettata dell’entusiasmo e dalla necessità in modo da evitare di creare un’emergenza nell’emergenza, dimenticando le necessitò quotidiane delle nostre realtà territoriali che non hanno voce”.