Una trentina di centri con circa settemila posti

A fronte dell’emergenza tornano a funzionare a pieno regime le strutture sparse per il Paese. Ponti aerei per favorire i trasferimenti a Bari e Brindisi

Milano – Con oltre duemila clandestini presenti a Lampedusa, l’emergenza immigrati non accenna a diminuire. E anche la riapertura, domenica, del centro di accoglienza sull’isola non basta a fronteggiare i continui arrivi. Ieri è stato organizzato un nuovo ponte aereo per trasferire 200 tunisini ai centri di accoglienza di Bari e Brindisi. Sullo sfondo la richiesta dell’Italia alla UE affinchè svolga un ruolo più attivo nel fronteggiare l’emergenza. E la Commissione Europea è pronta a fornire un’assistenza finanziaria d’emergenza in “tempi abbastanza rapidi” nell’ambito dei fondi per l’assistenza a rifugiati e controllo delle frontiere, ha annunciato il portavoce della commissaria UE agli Affari Interni, Cecilia Malmstroem.

 
In Italia sono attive una trentina di strutture, la maggior parte al Sud, che possono accogliere circa settemila immigrati e sono di tre diverse tipologie. Si tratta dei Centri di accoglienza (Cda), dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Questi ultimi, così denominati in seguito al decreto legge del 23 maggio 2008, sono gli ex Centri di permanenza temporanea, ovvero le strutture destinate al trattenimento, convalidato dal Giudice di Pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione.
Previsti dall’articolo 14 del Testo unico sull’immigrazione 286/98, poi modificato nel 2002, tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari. Dall’8 agosto 2009, con l’entrata in vigore della legge 15 luglio 2009, il termine massimo di permanenza è passato da 60 a 180 giorni complessivi. Attualmente i centri operativi sono 13: Bari-Palese, area aeroportuale (196 posti), Bologna, caserma Chiarini (95), Caltanissetta, contrada Pian del lago (96), Catanzaro, Lamezia Terme (75), Gorizia, Gradisca d’Isonzo (248), Milano, via Corelli (132), Modena, località Sant’Anna (60), Roma, Ponte Galeria (364), Torino, corso Brunelleschi (204), Trapani, Serraino Vulpitta (43), Brindisi, Restinco (83), Lampedusa (200), Crotone, Sant’Anna (124). I Centri di accoglienza (Cda) sono invece strutture destinate a garantire il primo soccorso agli irregolari rintracciati sul territorio nazionale. La permanenza è perciò limitata al tempo strettamente necessario per stabilire l’identità e la legittimità della loro presenza o per disporne l’allontanamento. I Centri attualmente operativi sono: Lampedusa (804), Bari Palese, area areoportuale (994, Cda e Cara), Brindisi, Restinco (128), Cagliari, Elmas (220), Caltanissetta, contrada Pian del lago (360), Crotone, località Sant’Anna (978), Foggia, Borgo Mezzanone (716). I Centri di accoglienza richiedenti asilo (Cara) sono strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile da 20 a 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato. I Cara attualmente operativi sono: Caltanissetta, contrada Pian dellago (96 posti), Crotone, località Sant’Anna (256), Foggia, Borgo Mezzanone (198), Gorizia, Gradisca d’Isonzo (138), Trapani, Salina Grande (310). Ci sono inoltre, sempre nel Trapanese, centri che svolgono la doppia funzione di Cda e Cara: Mazara del Vallo (100 posti), Valderice (200), Marsala (114), Castelvetrano( 121). Vengono utilizzati per le finalità dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo anche i Cda di Bari e Siracusa. (G. Isola – Avvenire)