Rom e Sinti ad un anno dalla chiusura del Casilino 900

La presentazione di un documento dell’associazione “21 luglio”

Roma – “Queste pagine del report Casilino 900, insieme ai precedenti testi, diventino anche un luogo culturale, sociale ed ecclesiale per scoprire come ‘abitare la soglia’, costruendo incontri e relazioni, opinioni e informazioni che aiutino a riconoscere la ‘differenza’ piuttosto che allontanarla”. E’ l’augurio espresso ieri pomeriggio dal Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, intervenuto alla presentazione del “Report Casilino ‘900” promosso dall’associazione “21 luglio” ad un anno esatto dalla chiusura dei cancelli del campo nomadi di Roma.
La ricerca – ha spiegato mons. Perego – pone anche “l’annoso problema del riconoscimento come ‘minoranza’ del mondo dei Rom e dei Sinti nel nostro Paese: una minoranza che presenta una storia, spesso carica di sofferenze e discriminazioni, che attraversa i 150 anni dell’unità dell’Italia. Il riconoscimento è il punto di partenza per costruire una partecipazione, una responsabilità comune, una democrazia compiuta”.
 
La ricerca – ha concluso il Direttore generale della Fondazione Migrantes – chiede anche un “rinnovato impegno pastorale che unisca evangelizzazione e promozione umana, come richiamava Paolo VI nell’enciclica Evangelii Nuntiandi, costruendo comunità con il mondo dei Rom e Sinti, ma anche impegnandosi in una fraternità che sappia ‘amare di più chi ha bisogno di essere amato di più, e non lasciar fuori questi o quelli dalla porta del nostro amore’, come affermava don Primo Mazzolari”. E’ anche l’invito-domanda che Benedetto XVI ha fatto all’Angelus domenica scorsa: “una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto (della morte dei bambini rom)?”. E’ una domanda “non solo pastorale, ma anche politica – ha detto mons. Perego – che chiede di rivisitare la città a partire dagli ultimi, perché ognuno possa trovare ‘casa’, sentirsi in famiglia”.
Il “Report Casilino 900. Parole e immagini di una diaspora senza diritti”, promosso dall’associazione “21 luglio” è stato presentato ad un anno esatto dalla chiusura del campo rom di Casilino 900, il campo rom storico della capitale, abitato da alcune comunità rom sin dagli anni ’50.
I 618 Rom di Casilino 900, tra cui 273 minori, furono trasferiti in quattro “villaggi attrezzati” e in un centro di accoglienza. Alcuni di loro ieri hanno portato la loro esperienza durante la presentazione del documento.