Maroni: “Collaborazione della Tunisia e intervento dell’UE fondamentali per fermare gli sbarchi”

Il Ministro Frattini e il Commissario UE Mallstrom in Tunisia, presto un consiglio dei capi di Stato e di Governo UE per studiare un’azione comune. Tra le richieste dell’Italia 100 milioni di contributi per fermare l’esodo. Finora sbarcate 5.278 persone tra le quali 66 minorenni e 60 donne

Roma – “Gli sbarchi dalla Tunisia verso le coste meridionali italiane sono un fenomeno sociale senza precedenti, non un ordinario fenomeno di immigrazione, né soltanto di una questione di ordine pubblico”. Si tratta di un’emergenza umanitaria nazionale alla quale l’Italia, ha assicurato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni ieri pomeriggio a Roma, al Viminale, durante la conferenza stampa seguita ad una seduta del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, affronta garantendo tutte le risorse necessarie per gestirla al meglio.

 
Il Ministro dell’Interno prima della seduta del Comitato aveva presieduto una riunione tecnico operativa con il Commissario straordinario nominato per l’emergenza – il Prefetto di Palermo Giuseppe Caruso – per studiare le misure temporanee di accoglienza e sistemazione delle 5.278 persone arrivate finora, tra le quali 66 minorenni, che si sta procedendo anche a identificare per valutare il loro status, verificare le richieste di asilo e l’eventuale presenza di evasi oltre che il rischio di infiltrazioni terroristiche.
Oggi Maroni si recherà insieme al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in Sicilia per visionare una struttura esistente nei pressi di Catania da adibire all’accoglienza. Nell’isola, ha detto il ministro, è “ottima la collaborazione delle istituzioni e delle associazioni per fare fronte all’emergenza” e sono al lavoro 2 Commissioni territoriali per il diritto d’asilo.
Se questo è, in linea di massima, il piano per la gestione dell’emergenza umanitaria – in collaborazione con Protezione Civile, Vigili del fuoco, Croce Rossa italiana, UNCHR, organizzazione mondiale delle migrazioni e Caritas – l’altro piano cruciale d’intervento è quello politico del contrasto al fenomeno. Che per Maroni può avere sviluppi imprevedibili se Tunisia e Unione europea non fanno la loro parte, la prima assicurando collaborazione per consentire il rimpatrio di chi non richiede o non ha diritto all’asilo, la seconda dandosi una strategia comune ed “esercitando una forte pressione diplomatica sui Paesi dell’Africa settentrionale” per collaborare a costruire un nuovo sistema politico-istituzionale.
Sotto il primo aspetto, ha spiegato Maroni, “il Ministro degli Esteri Franco Frattini è in queste ore a colloquio con il capo del governo tunisino per esporre la disponibilità italiana di mezzi e uomini e chiedere collaborazione per arginare e porre fine al fenomeno”. Sul fronte dell’azione europea, è fondamentale costruire un rapporto con le autorità tunisine e proprio per questo l’Unione ha inviato in Tunisia il suo ‘Ministro degli Esteri’ lady Ashton per avviare un rapporto che veda come “attrice principale” l’Europa.
L’Italia, ha spiegato Maroni in merito alle dichiarazioni del Commissario UE Cecilia Mallstrom sulle richieste d’aiuto italiane, ha riformulato sabato durante un colloquio telefonico tra la stessa Mallstrom e il titolare del Viminale le richieste di sostegno all”Unione già formulate in passato, che si articolano in questi punti: trasformazione di Frontex in un’agenzia operativa che controlli i confini e possa gestire dei Cie creati a livello europeo procedendo essa stessa a identificazioni e rimpatri; attuazione del principio del burden-sharing, ossia della condivisione del ‘peso’ della gestione del fenomeno migratorio, e soprattutto dei rifugiati che attualmente non possono lasciare il paese in cui ottengono l’asilo, da parte di tutti i Paesi dell’UE, e non solo di quelli di confine; realizzazione entro il 2012 di una regolamentazione dell’asilo omogenea a livello europeo; contributi straordinari all’Italia di almeno 100 mln di euro per gestire l’emergenza in questa prima fase; attuazione di programmi regionali di assistenza in collaborazione con l’UNCHR; collaborazione con Europol per l’individuazione di eventuali terroristi e criminali nei flussi in arrivo.
Il Presidente dell’UE Von Rompuy ha inoltre convocato, su richiesta del governo italiano, un Consiglio dei Capi di stato e di governo europei per studiare un’azione comune.
I dati sull’emergenza Magrheb
Sono sbarcate in Italia nell’ultimo mese più di 5000 persone, tra le quali 60 donne e 66 minorenni, si tratta per lo più di maschi dai 20 ai 35 anni. Il flusso, che in prospettiva, secondo Maroni, batte per dimensioni anche il picco di arrivi del 2008 (38.000 immigrati dall’Africa settentrionale), non è al momento gestito dalla criminalità perché le persone lasciano spontaneamente la Tunisia “per cercare un futuro migliore”. Sono state registrate finora pochissime domande d’asilo, probabilmente, ha spiegato il ministro, perché l’intenzione degli sbarcati è quella di raggiungere la Francia, e ottenere il diritto di asilo in Italia comporterebbe, secondo la normativa vigente, la loro permanenza nel nostro Paese. (Fonte Ministero degli Interni)