A Lampedusa è già emergenza

Migranti arrivati sulle coste italiane

Palermo –  L’ esodo è ricominciato, lento, drammatico, infinito. Il Canale di Sicilia è tornato ad essere un’autostrada per le migliaia di migranti in fuga dai Paesi dell’Africa e dell’Asia, complici del vicende politiche che stanno interessando il Maghreb. E Lampedusa è tornata ad essere il primo approdo sicuro, il fazzoletto di terra verso cui le motovedette possono condurre “carrette” e gommoni agganciati in mare aperto, stracarichi di stranieri diretti in Europa. Sono circa duemila i profughi tunisini giunti nella maggiore isola delle Pelagie negli ultimi due giorni e altri barconi sono stati intercettati nel Canale di Sicilia.
  Ieri pomeriggio, mentre le motovedette della Guardia Costiera scortavano i tre barconi soccorsi con 287 immigrati appena arrivati in porto, altre due imbarcazioni sono state avvistate da una nave della Marina Militare. Anche in questo caso si trattava di due vecchi motopesca, ciascuno con un centinaio di persone a bordo. Gli immigrati giunti a Lampedusa in questi giorni sono stati trasferiti immediatamente verso la terra ferma con un ponte aereo e con il traghetto di linea per Porto Empedocle, anche se i nuovi arrivi sono numericamente superiori alle partenze.
  In questo momento a Lampedusa si trovano oltre mille profughi, tutti provenienti dalla Tunisia, in condizioni igienico-sanitarie precarie. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha dato disposizione di non riaprire le porte del centro di permanenza temporanea, utilizzato negli anni in cui gli sbarchi erano continui. Gli extracomunitari si trovano, quindi, sulla banchina, in attesa di essere trasferiti con un ponte aereo sulla terra ferma, con soli quattro gabinetti chimici a disposizione. Una situazione molto difficile, che ha spinto già l’altro ieri notte il parroco dell’isola, don Stefano Nastasi, a mettere a disposizione i locali della chiesa per dare un tetto e un riparo dal freddo ai migranti.
“All’inizio le autorità hanno valutato l’ipotesi – racconta don Stefano, che ha trascorso quasi tutta la notte sulla banchina –, poi è arrivato l’ordine di portare un primo gruppo in una casaalbergo. Un secondo gruppo, invece, è rimasto tutta la notte sul molo. Io ho sentito il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, che è d’accordo con me e con i volontari ad aprire le porte della parrocchia. La situazione è molto delicata. Il fenomeno degli arrivi è destinato a crescere e bisogna trovare subito una soluzione rispettosa della dignità dei migranti”. A Lampedusa, militari e volontari aspettano indicazioni su come gestire questa ondata migratoria che era stata ampiamente prevista e annunciata da minisbarchi delle scorse settimane, mentre ora in ogni barcone arrivano decine di persone.
  Intanto, gli uomini della Capitaneria di porto di Trapani hanno salvato nel corso della mattina di ieri nove migranti che si trovavano a bordo di un barchino in vetroresina che stava per affondare. Mentre una vasta operazione contro l’immigrazione clandestina è stata condotta in varie località della Sicilia dalla Digos nelle province di Enna, Catania e Ragusa. Un uomo è stato arrestato, mentre restano indagate altre cinque persone, tra cui alcuni insegnanti e un consigliere comunale di Vittoria, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tramite il sistema dei nulla osta al lavoro. (Alessandra Turrisi – Avvenire)