Riflettere sulla morte dei piccoli Rom a Roma

Una lettera alla Comunità Cristiana del Direttore della Caritas di Roma

Roma – “Purtroppo ancora una volta è la tragicità di un evento a costringerci a non chiudere gli occhi, a non distogliere lo sguardo troppo presto, facendoci rendere conto – con disarmante verità – che questi bambini non sono diversi dai nostri bambini.

 Ad ogni latitudine della terra, grazie a loro, non avvertiamo né distanze né diversità, perché ogni bambino ha il dono di rendere tutto il mondo un mondo di padri, di madri e di figli. L’unica sfortuna di questi bambini è ‘stata quella di essere nati poveri e immigrati’”. E’ quanto afferma mons. Enrico Feroci , Direttore della Caritas diocesana di Roma, in una lettera alle Comunità Cristiane della città dopo la morte dei piccoli Rom Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul, tragicamente morti nel rogo avvenuto nell’accampamento di Via Appia Nuova domenica sera mentre dormivano. La Comunità Cristiana di Roma “non vuole e non può restare indifferente – ha aggiunto mons. Feroci – dinanzi le necessità dei poveri, perché la parola del Vangelo e del magistero ci ricorda che la carità è inseparabile dalla giustizia e, in tanti casi, ‘dobbiamo riparare alla giustizia negata’”.
“Guardando alla nostra città e ascoltando il grido dei poveri – ha sottolineato il Direttore della Caritas romana – che da essa si leva, mi viene da chiedermi: è così necessario che irrompa nelle nostre pacate giornate il ciclone del dolore per accorgerci di loro?”. Con questo interrogativo mons. Feroci “affida alla mia e alla vostra meditazione” l’intera omelia pronunciata dal card. Agostino Vallini, Vicario del Papa per la città di Roma, durante la veglia di preghiera che si è svolta nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, “affinché sia stimolo per tutti noi ad una vera conversione del cuore”: “parole che ci scuotono e ci interpellano come uomini e come credenti, parole da cui dobbiamo lasciarci ‘turbare’ proprio come questa morte ha turbato e scosso la coscienza di molti”.