Lo sdegno e la prevenzione

Quattro bambini Rom romeni bruciati vivi a Roma in una baracca

Roma – Ci indigniamo quando a morire sono 4 bambini, ma poi, tutti i giorni, pensiamo solo a “cacciare gli abusivi”, specialmente se sono Rom. Sono cittadini europei, con tutti i titoli, non classificabili neanche con la parola “extracomunitari”!, ma per loro “non c’è posto” dopo l’indignazione di un giorno.

Ho celebrato tanti funerali, in 30 anni di lavoro con i Rom, di bambini ed adulti bruciati nelle baracche (autorizzate o abusive), ma dopo le lacrime e lo sgomento, chi lavora per l’integrazione rimane isolato, in un paese non accogliente con i Rom ed i Sinti, non disposto a progettare il futuro insieme a loro e che, quindi, li emargina perché li classifica all’ultimo posto.
Forse è bene ripensare la cultura razzista crescente per fare posto al diverso (anche problematico). Solo se lui si sente “accolto” può collaborare per cambiare la sua vita ed i rapporti con i “non – Rom” (i gagè).
Non basta “fare ordine”, togliere i campi abusivi, bisogna anche creare posti, integrare nella nostra cultura e nelle nostre città quelli che oggi emargineremo nuovamente a seguito dei tagli all’assistenza. (don F. Olivero – Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta)