“Immigrati : sono un problema, ma servono”

È quanto emerge dal rapporto “Transatlantic Trends: Immigration 2010”

Roma – Italiani scettici riguardo agli effetti dell’immigrazione sulla società, ma anche pronti ad ammettere che senza gli immigrati molte attività non verrebbero svolte. È quanto emerge dal rapporto “Transatlantic Trends: Immigration 2010” realizzato dal German Marshall Fund of the United States e dalla Compagnia di San Paolo e presentato ieri a Roma. La ricerca ha esaminato l’opinione dei cittadini di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Olanda e Spagna sul tema dell’immigrazione.
Gli italiani restano i più scettici e se nel 2008 più del 50% affermava di ritenere eccessivo il numero di immigrati nel Paese e l’80% si diceva preoccupato dall’immigrazione clandestina, nel 2010 la percezione degli immigrati clandestini è ulteriormente peggiorata: nel 2009 solo il 34% degli italiani riteneva che gli immigrati regolari contribuissero all’aumento della criminalità, ma nel 2010 tale opinione viene espressa dalla netta maggioranza (56%), percentuale analoga a quella relativa agli italiani convinti che gli immigrati clandestini contribuiscano ad aumentare la criminalità (57%). Se si considerano componenti specifiche della popolazione immigrata, tuttavia, in alcuni casi gli italiani si mostrano meno preoccupati rispetto ad altri Paesi. In particolare, l’opinione secondo la quale gli immigrati musulmani rappresentano una minaccia è meno diffusa in Italia che altrove: il 37% degli intervistati afferma infatti che gli immigrati musulmani sono “bene o molto bene integrati”, rispetto al 25% dei tedeschi e al 21% degli spagnoli. Inoltre, appena il 22% degli intervistati (contro una media europea del 40%) ritiene che l’integrazione dei figli di immigrati musulmani sia “molto poco soddisfacente”. Un livello di preoccupazione altrettanto contenuto si ritrova anche sull’integrazione dei figli di immigrati : mentre in Francia e Germania buona parte degli intervistati ritiene che i cosiddetti “immigrati di seconda generazione” siano “poco” o “molto poco” integrati (rispettivamente il 42% e il 44%), solo il 24% degli italiani condivide tale pessimismo.
Malgrado lo scetticismo sugli effetti dell’immigrazione sulla società, a livello politico è maturata ormai da tempo la consapevolezza dell’esistenza di una significativa richiesta di mano d’opera immigrata. Visto il tasso di natalità appena superiore a 1,4 bambini per donna e il fatto che il 20% della popolazione ha più di 65 anni, diventa talvolta necessario ricorrere alla manodopera immigrata per fare fronte alle necessità di settori come servizi, agricoltura e industria manifatturiera.
Negli ultimi anni il governo ha quindi rilasciato centinaia di migliaia di visti per motivi di lavoro e l’opinione pubblica pare convinta che gli immigrati rappresentino una forza lavoro complementare per il Paese. Gli italiani infine sono i meno preoccupati della concorrenza degli immigrati nel mercato del lavoro: più di due terzi (69%) non ritengono che gli immigrati portino via posti e tre quarti della popolazione (76%) affermano che gli immigrati vengono impiegati per mansioni che non potrebbero essere svolte altrimenti. (Avvenire)