Istat: La popolazione italiana cresce solo con l’immigrazione

Presentati ieri gli “Indicatori demografici 2010”

Roma – La gran parte dei flussi in ingresso nel Paese (92%) è costituita da cittadini stranieri. Le iscrizioni
dall’estero di individui di nazionalità estera risultano, infatti, pari a 408 mila, mentre i rientri in patria degli italiani sono 37 mila. Per quanto riguarda le cancellazioni, invece, si stimano 33 mila cancellati stranieri a fronte di 47 mila cancellati di cittadinanza italiana. Ne deriva, pertanto, che il saldo migratorio con l’estero riguardante i soli cittadini stranieri ammonta a +376 mila, mentre per gli italiani risulta negativo nella misura di oltre 10 mila unità.
Il 44% dei neo-cittadini stranieri è di genere maschile contro il 56% di genere femminile.
Sul fronte della mobilità interna al territorio nazionale, le regioni del Mezzogiorno proseguono a
essere interessate da flussi di uscita superiori ai flussi in entrata, facendo registrare nel complesso un tasso migratorio interno pari a -1,8 per mille residenti. Sul fronte opposto, le regioni del Centro e del Nord sono interessate da flussi netti positivi, rispettivamente pari a +1,2 e +1 per mille. In particolare, evidenziano cospicua capacità attrattiva il Trentino-Alto Adige (+2,1 per mille) e l’Emilia-Romagna (+1,8), mentre Basilicata (-3,1 per mille), Campania (-3 per mille) e Calabria (-3 per mille) risultano, tra le regioni del Mezzogiorno, quelle per le quali è più alta la propensione alla separazione dalla
regione di origine.Presentati ieri gli “Indicatori demografici 2010”

 In Italia al 1 gennaio 2011 risiedono 4,6 milioni di stranieri, il 7,5% della popolazione. Nel 2010 cresciuti di 328 mila unità, 78 mila i neonati figli di immigrati
“In presenza di una dinamica naturale negativa, ma il cui contributo al processo di rinnovamento dal
basso (nascite) e dall’alto (decessi) della piramide della popolazione rimane comunque importante, la crescita demografica del Paese è da attribuire, ancora una volta, alla dinamica migratoria”. E’ quanto afferma l’Istat che ha diffiso ieri gli indicatori demografici in Italia.
Secondo l’Istituto di Statistica gli stranieri residenti nel nostro Paese in Italia ammontano a 4 milioni 563 mila all’1 gennaio 2011, facendo così registrare un incremento di 328 mila unità (per un saldo totale del 7,5%) rispetto all’1 gennaio 2010. La comunità straniera più rappresentata, con circa 1 milione di presenze, è quella romena, cui segue la comunità albanese (491 mila) e quella marocchina (457 mila). Tra i Paesi asiatici la prima comunità e’ quella cinese, con 201 mila presenze. La prima comunità tra i Paesi sub-sahariani e’ quella senegalese, con 77 mila presenze. Tra i Paesi americani primeggia, invece, la comunità peruviana, con 95 mila residenti. La popolazione residente straniera costituisce dunque il 7,5% del totale (era il 7% a fine 2009). Livelli di incidenza superiori al 10% si riscontrano in Emilia-Romagna (11,3%), Umbria (11%), Lombardia (10,7%) e Veneto (10,2%). Il peso percentuale della popolazione straniera risulta relativamente più basso nel Mezzogiorno (2,9%), il minimo è in Sardegna (2,2%).
 Nel 2010 – spiega l’Istat – la stima del saldo migratorio è pari a 291 mila unità in più dall’inizio dell’anno, per un tasso migratorio pari al 4,8 per mille, in calo rispetto al 2009, anno in cui il saldo migratorio risultò pari a +318 mila unità (con un tasso del 5,3 per mille). Al netto del tasso migratorio dalle componenti relative al “saldo migratorio interno” (0,1 per mille) e al “saldo migratorio per altri motivi” (-1,3 per mille), risulta un saldo migratorio netto con l’estero pari a 365 mila nuovi soggetti, corrispondente a un tasso del 6 per mille, risultato questo dovuto a 80 mila cancellazioni per l’estero e ben 445 mila iscrizioni.