Un altro sgombero Rom a Via Adriano

Ha riguardato cinque famiglie con dodici bambini

Milano – Lo sconforto di mamme e maestre impegnate nell’assistenza, che vedono nuovamente pregiudicato il percorso di integrazione.
Venerdì scorso una trentina di rom sono stati sgomberati da via Adriano. Sono cinque famiglie con 12 bambini, alcuni dei quali con ben 14 sgomberi in un anno sulle spalle. La sera dopo lo sgombero tutte le famiglie rom sono state ospitate per la cena nell’abitazione di una volontaria. La prima notte i rom hanno sostato sulle panchine in piazza Rimembranze a Lambrate.
Un altro sgombero secco, senza un’alternativa credibile e possibile.
Flaviana Robbiati, l’insegnante che insieme ad altre maestre e mamme di via Rubattino segue i bambini rom sgomberati che frequentano la scuola, afferma: “Sono famiglie che noi maestre, genitori, Comunità Sant’Egidio e volontari di mille provenienze conosciamo e seguiamo con attenzione e affetto da molto tempo. Avevamo messo in piedi tanti percorsi importanti. Niente da fare. Di nuovo alla casella numero uno, e con il freddo che fa”. Parole che fanno eco al recente documento pastorale Rom, comunità cristiana e pubbliche amministrazioni: “La politica degli sgomberi perseguita in questi anni non ha prodotto risultati significativi. Anzi, ha alimentato insicurezza e paura tra tutti i cittadini, sprecando risorse economiche che potevano essere utilizzate in modo più proficuo”.
Tra i bambini e i ragazzi sgomberati, una bimba di 2 anni e un piccolo di 3 mesi, che con la mamma ha trovato ospitalità da una bidella. Altri quattro bambini frequentano le scuole in via Cisalpino.
Una ragazza frequenta le medie: nonostante lo sgombero in corso, si è presentata regolarmente in classe perché il suo sogno è quello di conseguire il diploma di licenza media. “A scuola – continua Flaviana Robbiati – i bambini arrivavano puliti grazie alle loro mamme e alle docce fatte dai volontari della Casa della carità. Ci andavano con tutto il materiale che genitori italiani e maestre procuravano, e ci andavano volentieri perché credevano nella nostra società e in un futuro migliore”.
Tra i ragazzi sgomberati anche Marius, 15 anni, analfabeta, ma con una straordinaria voglia di imparare a scrivere e leggere. Un gruppo di professoresse dell’Istituto Gramsci da mesi ha iniziato con lui un corso di alfabetizzazione, al quale tiene moltissimo. Dice Annelise Madia, una delle sue insegnanti: “Marius viene puntuale con i suoi quaderni asciutti per fare scuola con noi, anche quando, dopo uno sgombero, succede che dorma sotto le stelle e la pioggia. Marius vuole imparare in fretta a capire, parlare, leggere e scrivere in italiano per trovare lavoro e far parte della nostra comunità”.
Molte mamme dei bambini rom da mesi frequentano un corso di italiano organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio presso la parrocchia di S. Crisostomo. Proprio grazie alla scuola i bambini rom, con le loro famiglie, si stavano integrando. Ancora il documento pastorale: “Il miglior risultato è l’inserimento scolastico di tanti minori rom: l’integrazione passa da questa strada. In questo ultimo anno la sensibilità delle parrocchie è cresciuta e diverse si sono impegnate per raccogliere alcune famiglie mettendo a disposizione locali propri o impegnandosi per il sostegno all’affitto. Gruppi di cittadini hanno espresso vicinanza, attenzione e cura a famiglie più volte sgomberate, dimostrando la possibilità della convivenza”.
Tra le mamme e maestre che si prendono cura dei rom anche Assunta Vincenti, premiata il 7 dicembre scorso con l’Ambrogino d’Oro dal sindaco Letizia Moratti con questa motivazione: “Con tenacia, amore e grande senso civico ha scommesso per un’integrazione possibile”. Con amarezza Assunta, in una lettera sottoscritta dalle mamme e maestre di via Rubattino, si domanda: “Questo senso civico può essere riconosciuto come un valore prima di Natale, ed essere totalmente dimenticato poco dopo l’Epifania? Dov’è il senso civico quando si nega ad Albert di 6 anni (sgomberato 10 volte in 5 mesi) il diritto ad avere un tetto? L’integrazione è possibile quando si guarda con occhi nuovi verso le persone… Maria, Florin, George e Adriana potranno mai sentirsi parte di questa umanità che li scaccia, li umilia, li costringe a nascondersi, perdendo ogni volta scarpe, libri e i pochi giocattoli?”.
L’odissea non è finita. Una delle famiglie sgomberate nel giro di 24 ore ha subito altri due allontanamenti da Lambrate e Crescenzago. La famiglia ha quattro bambini che fanno i salti mortali pur di frequentare la scuola. Amaro lo sfogo di Flaviana: “Stefano, della Comunità di Sant’Egidio, li segue e li soccorre tutti i giorni, ma dato l’accanimento del Comune che impedisce loro di sostare in qualunque posto, è veramente difficile aiutarli”. (www.chiesadimilano.it)