GMM: a Genova con il Card. Bagnasco

“La Chiesa è amica di ogni uomo”

In Italia, su iniziativa della Fondazione Migrantes, la Giornata ha avuto come centro delle principali manifestazione Genova. Nella Cattedrale della città ligure si sono radunate circa duemila persone per partecipare ad una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Presidente dei vescovi italiani, il card. Angelo Bagnasco e concelebrata dal vescovo delegato per la Migrantes della Liguria, mons. Vittorio Lupi, il Direttore generale della Migrantes, mons. Giancarlo Perego e il direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati e rifugiati, p. Gianromano Gnesotto.

“La Chiesa è amica di ogni uomo”, ha detto il card. Bagnasco e “riconoscere il diritto di emigrare è uno dei segni della fraternità cristiana”. Il dialogo, poi – ha aggiunto – è “strumento e metodo della fraternità” che “valorizza le esperienze umane, cristiane e religiose diverse”.
Parlando ai presenti nella Cattedrale di San Lorenzo, il porporato ha ricordato che è il dialogo il fondamento della convivenza e dell’accoglienza e “che valorizza le esperienze umane, cristiane e religiose diverse”. “In primo luogo – ha spiegato – il dialogo della vita, che si ha quando le persone si sforzano di vivere pronte a farsi prossimo, condividendo gioie e pene, problemi e preoccupazioni”. “E poi – ha aggiunto – il dialogo dell’azione, nel quale i cristiani e gli altri credenti collaborano per lo sviluppo integrale dei singoli e dei popoli”, e “il dialogo dello scambio teologico, col quale gli specialisti cercano di approfondire la comprensione delle loro rispettive eredità spirituali. Infine, il dialogo dell’esperienza religiosa, nel quale le persone, radicate nelle loro tradizioni religiose, condividono le ricchezze spirituali”.
“Riconoscere il diritto di emigrare è uno dei segni della fraternità cristiana”, ha affermato ancora il cardinale che ha poi ricordato le parole del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata affermando che la Chiesa riconosce ad ogni uomo il diritto di emigrare “nel duplice aspetto di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita”. Per questo “gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana”. (R. Iaria)